La scuola sta per iniziare e si troverà presto gestire anche i bisogni educativi e le necessità formative dei ragazzi con Disturbi specifici dell’Apprendimento, Disturbi evolutivi specifici e Bisogni educativi Speciali. I dati ISTAT relativi all’anno scolastico 2017/2018 parlano chiaro: gli alunni con sostegno che frequentano la scuola primaria e secondaria di primo grado ammontano complessivamente a 165.260. Il 3,7% degli alunni complessivi, quota in continua crescita con un incremento, negli ultimi 10 anni, di oltre il 27%”. E. spesso, le famiglie si trovano in difficoltà perché al momento dell’iscrizione a scuola, i ragazzi con DSA e BES non sono ancora in possesso di una diagnosi certificata da parte della struttura pubblica o accreditata, a causa dei tempi di attesa necessari ad ottenerla. In questi casi, basta la certificazione rilasciata da una struttura privata per avere la possibilità beneficiare di tutte le misure previste dalla legge 170/2010, cioè a strumenti compensativi, misure dispensative e soprattutto hanno diritto ad un Piano Didattico Personalizzato? La scuola come può e deve comportarsi? Lo abbiamo chiesto al Prof. Guido Dell’Acqua Dottore di ricerca in matematica applicata, Professore di matematica nella scuola secondaria di secondo grado, Docente presso l’Università LUMSA di Roma che attualmente lavora presso la Direzione Generale per lo Studente, l’integrazione e la Partecipazione del MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca), ospite del Centro Dedalo – SOS Dislessia di Siena perchè coinvolto come docente del corso di formazione “Keep Calm I’m only Dislexyc” rivolto ad operatori specializzati nel supporto allo studio dei i ragazzi con DSA che si terrà da ottobre presso (Info dedalocentro@gmail.com)
Prof. Guido Dell’Acqua in base alla sua esperienza, mediamente quanto impiega una struttura sanitaria pubblica o accreditata per rilasciare la certificazione diagnostica di Disturbi specifici dell’Apprendimento, Disturbi evolutivi specifici e Bisogni educativi Speciali?
In generale il tempo di attesa dipende dall’efficienza della struttura pubblica, dalla mia esperienza le famiglie del sud sperimentano tempi di attesa maggiori. Tengo a far notare che un Bisogno Educativo Speciale non può essere diagnosticato.
In attesa di certificazione diagnostica, i ragazzi DSA durante il percorso scolastico possono comunque beneficiare di tutte le misure previste dalla legge 170/2010? Mi riferisco in particolare a strumenti compensativi, misure dispensative e soprattutto hanno diritto ad un Piano Didattico Personalizzato?
Il consiglio di classe, anche in assenza di una certificazione diagnostica, può decidere di adottare un piano didattico personalizzato se questo è funzionale al raggiungimento del successo formativo. Vendono in tal caso inquadrati nella categoria dei BES. Se poi vi è una certificazione diagnostica, vanno distinti due casi: se è una certificazione di DSA, il consiglio di classe è tenuto a formulare il PDP, se non è una certificazione di DSA è il consiglio di classe a decidere sulla efficacia ed eventuale stesura di un PDP.
Nel caso in cui l’alunno fosse in possesso di una diagnosi certificata da una struttura privata, come deve comportarsi la scuola in attesa che la certificazione avvenga da parte della struttura pubblica o accreditata?
Si fa riferimento in questo caso alla Circolare Ministeriale n.8 del 6/3/2013, dove si raccomanda alle istituzioni scolastiche di attivare comunque le misure previste dalla legge 170/2010 nelle more della certificazione pubblica.
Quindi – se ho ben capito – in attesa della certificazione da parte di strutture sanitarie o accreditate, se si è in possesso di una diagnosi rilasciata da una struttura privata, la scuola deve adottare tutte le misure contenute nella legge 170/2010, al fine di evitare inutili ritardi che possano ostacolare il positivo percorso scolastico degli studenti con DSA. Giusto?
Sì, ed è importante adottare da subito le misure previste per legge anche per ridurre i casi di dispersione scolastica.
E se la struttura sanitaria pubblica o accreditata a cui ci si è rivolti non confermasse la diagnosi certificata della struttura privata, cosa ne sarebbe del PdP adottato dalla scuola per il ragazzo con DSA?
In questo caso (a me, comunque, ignoto) il PDP può essere revocato.
Secondo lei perché la scuola non è sempre disposta ad accogliere la valutazione fatta da strutture private in attesa che i tempi delle strutture pubbliche siano espletati, nonostante la circolare ministeriale parli chiaro al riguardo?
Perché a volte ci sono stati casi di strutture private con maglie molto larghe che hanno certificato molti falsi positivi. A questo serve, anche, l’osservazione in classe.
Forse vale la pena ripeterlo, il fattore tempo è essenziale nel trattamento di DSA e BES. perchè?
Certo. Prima si mette in sicurezza l’autostima dei ragazzi e meglio è.
La scuola è preparata a gestire questo tipo di situazione? Gli insegnati sono adeguatamente formati?
La legge ha 9 anni, le linee guida 8 anni, la stratificazione normativa sul tema è grosso modo conclusa. Gli insegnanti e i dirigenti scolastici sono in buona parte preparati, ma come si dice fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. Bisogna continuare a formarsi.