La definizione di una diagnosi di Dislessia, Disortografia e Disgrafia si può effettuare dalla fine della seconda classe di scuola primaria. La definizione di una diagnosi di Discalculia si può effettuare dalla fine della terza classe di scuola primaria. Ciò perché per formulare una diagnosi è necessario che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità oggetto di valutazione.
Un’anticipazione eccessiva della diagnosi aumenta in modo significativo il rischio di valutare come disturbo delle semplici difficoltà. Ciononostante è possibile individuare fattori di rischio (personali e familiari) e indicatori di ritardo di apprendimento che possono comunque consentire l’attivazione di interventi precoci, mirati a risolvere le difficoltà o ridurre l’impatto del disturbo sugli apprendimenti.
E’ bene effettuare una valutazione neuropsicologica appena si ravvisino importanti e non comuni difficoltà nell’imparare a leggere e a scrivere, perché prima si interviene migliore è la prognosi. Anche se la diagnosi definitiva può essere fatta solo a fine della seconda classe di scuola primaria, dalla valutazione il bambino può risultare in difficoltà, ovvero “a rischio” di DSA e, di conseguenza, si potrà intervenire subito con una terapia e/o altri interventi di recupero, mirati a migliorare le difficoltà riscontrate.
Il pediatra tiene conto degli indicatori di rischio alla luce dei dati anamnestici, accoglie i segnali di difficoltà scolastiche significative riportate dalla famiglia e la indirizza agli approfondimenti specialistici. Di fatto, media l’invio ai servizi sanitari per l’età evolutiva in base alla segnalazione effettuata dagli insegnanti, che vedono come interlocutore la famiglia.
I Servizi di neuropsichiatria infantile, ad esempio, si attivano per effettuare la valutazione neuropsicologica e la diagnosi dei casi che pervengono a consultazione, e predispongono un’adeguata presa in carico per i soggetti per cui è confermato il quadro clinico di DSA
Dopo che la Scuola ha effettuato procedure di riconoscimento precoce e dopo l’esito negativo di interventi educativo-didattici mirati
Nella valutazione neuropsicologica per la diagnosi di Dislessia si richiede, oltre la valutazione del livello intellettivo, la valutazione di velocità e correttezza nella lettura di liste di parole, liste di non parole e, secondariamente, di un brano. E’ poi raccomandata la valutazione della comprensione del testo scritto e delle abilità di memoria e linguaggio.
In presenza di dislessia, andrebbero indagate memoria verbale (soprattutto fonologica), attenzione (soprattutto visiva), linguaggio (a tutti i livelli di organizzazione), denominazione rapida, abilità metafonologiche.
Nella valutazione neuropsicologica per la diagnosi di Disortografia si richiede, oltre la valutazione del livello intellettivo, la valutazione della correttezza nella scrittura sotto dettato di liste di parole, liste di non parole, e brano. E’ poi raccomandata la valutazione della composizione di frasi o di testo e delle abilità di memoria e linguaggio.
In presenza di disortografia, andrebbero indagate integrazione visuo-motoria, abilità metafonologiche, abilità di attenzione visiva e uditiva, la MBT verbale.
Nella valutazione neuropsicologica per la diagnosi di Discalculia si richiede, oltre la valutazione del livello intellettivo, la valutazione della rapidità e correttezza nelle abilità aritmetiche (fatti aritmetici; padronanza di abilità fondamentali come addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni; lettura e scrittura di numeri; confronto di quantità; abilità di conteggio). E’ poi raccomandata la valutazione di memoria e abilità visuo-spaziali. Non viene invece richiesta la valutazione della capacità di risoluzione dei problemi matematici.
In presenza di discalculia, andrebbero indagate, soprattutto nel caso di errori nell’incolonnamento dei numeri, abilità prassiche ed organizzazione visuo-spaziale.
Perché, in considerazione dell’elevata comorbilità tra diversi tipi di DSA, gli esperti raccomandano di verificare la possibile presenza di disturbi di apprendimento associati a quello per il quale è avvenuta la segnalazione.
- Diagnosi e relativi codici ICD10 (vedi domanda 2)
- Profilo di funzionamento
- Competenze cognitive
- Competenze linguistiche e metafonologiche
- Competenze visuo-spaziali
- Competenze motorio prassiche
- Competenze attentive
- Competenze mnestiche
- Abilità scolastiche: lettura, scrittura (ortografia, espressione scritta, grafia), comprensione del testo, calcolo, metodo di studio
- Situazione affettivo-relazionale: autostima, motivazione, competenze relazionali con i pari e gli adulti
- Proposte e suggerimenti per l’intervento riabilitativo
- Strumenti compensativi e misure dispensative suggeriti
- Data di valutazione di controllo
Il professionista sanitario redige un referto scritto (relazione diagnostica) sulla valutazione attuata, indicando: motivo d’invio; valutazione neuropsicologica (competenze cognitive; competenze linguistiche; abilità di lettura, scrittura, comprensione del testo scritto e calcolo) con i risultati delle prove somministrate e giudizio clinico sui dati riportati; area affettivo relazionale; diagnosi e relativi codici ICD10(vedi domanda n. 2); proposte e suggerimenti per l’intervento riabilitativo; misure dispensative e strumenti compensativi suggeriti.
Il team clinico effettua la valutazione, formula la diagnosi e definisce un progetto complessivo di intervento che comunica alla famiglia. Inoltre, previo accordo con la famiglia, stabilisce i contatti con il personale scolastico ai fini di integrare programmi educativi e interventi specialistici.
Sostanzialmente no. Si tratta comunque di rilevare la presenza di alterazioni significative delle rapidità e/o dell’accuratezza nelle prove di lettura, scrittura e calcolo; l’importante è utilizzare strumenti con valori normativi che si riferiscono all’età del soggetto ed effettuare una accurata raccolta della storia clinica e scolastica dell’individuo.
No, poiché, al momento, non è disponibile un test di laboratorio validato per l’applicazione nei laboratori di genetica del S.S.N.
Dobbiamo distinguere 2 situazioni:
- la prima certificazione diagnostica è prodotta al momento della sua formulazione, indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ciò avviene
- le certificazioni diagnostiche successive alla prima, per gli alunni frequentanti gli anni terminali dei cicli scolastici (3^ classe secondaria di I° grado e 5^ classe secondaria di secondo grado), in ragione degli adempimenti connessi agli Esami di Stato, devono essere prodotte non oltre il 31 marzo
- al passaggio da un ciclo scolastico all’altro (tra primaria e secondaria di I° grado; tra secondaria di I° grado e secondaria di II° grado; nel percorso universitario a 3 anni dalla precedente valutazione)
- di norma, non prima di 3 anni dalla valutazione precedente
- comunque, ogniqualvolta la Scuola e/o la Famiglia lo ritengano opportuno al fine di modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari